Descrizione
Il Trattatello in laude di Dante scritto da Giovanni Boccaccio rappresenta non solo la prima biografia del Sommo Poeta, ma anche una delle prime vere e proprie biografie così come le intendiamo nella più attuale delle accezioni. L’immagine che di Dante ci restituisce il Boccaccio risulta quella di una personalità pervasa e grondante di spiritualità (anche se mantiene il silenzio, per comprensibili ragioni, sulle sue appartenenze iniziatiche), il cui unico impegno avrebbe però dovuto ruotare solo attorno alla produzione poetica. A tal proposito, il Certaldese coglie l’occasione per illustrare la propria visione sul ruolo dell’intellettuale, che – a suo avviso – non dovrebbe tralasciare l’attività poetica per concentrarsi su altri aspetti della vita civile, quali ad esempio l’impegno politico, quasi rimproverato anche allo stesso Dante.
Altro tema culturale importantissimo trattato nella redazione della biografia è sicuramente l’appassionata difesa che il Boccaccio coglie in merito alla scelta dantesca di utilizzare il Volgare al posto del Latino, per il suo Poema. I letterati classicisti all’epoca censurarono Dante per questa sua decisione: un’opera erudita non poteva essere scritta in Volgare. Ma Boccaccio lo difende integralmente. Non manca inoltre una dura accusa nei confronti di Firenze. Un brutale anatema, quello scagliato dal Boccaccio contro la città colpevole di avere esiliato Dante, errore e peccato imperdonabile, creando così due polarità contrapposte: da una parte una Firenze matrigna e dall’altra una Ravenna, genitrice adottiva e bonaria, dove il poeta trascorse gli ultimi anni della sua vita.
In conclusione, Dante ha certamente rappresentato l’emblema di Giovanni Boccaccio, orientandolo nella sua navigatio letteraria, mentre allo stesso Boccaccio va riconosciuto il merito – durante la sua vita e anche oltre – di aver trasmesso a tantissime persone, oltre al culto dantesco, l’amore verso la sua Commedia.
Con prefazione di Leonella Zupo
ISBN versione e-book: 979-12-5504-027-9
